Contributo a firma del senior management team Egon Zehnder, che ha lavorato con il nostro Gruppo
In un mondo sempre più complesso e rapido nei cambiamenti, solo chi sarà preparato a condividere responsabilità e potere riuscirà a guidare le aziende attraverso un riequilibrio dell’economia mondiale. La leadership è tra le prime competenze richieste al dirigente del futuro: deve gestire la complessità, coinvolgendo e motivando adeguatamente tutte le risorse.
Da una parte, il manager dovrà dimostrare di essere un reale agente del cambiamento, stimolando creatività e innovazione del team. Ma anche generando obiettivi strategici e connettendo l’impresa con stakeholder e mondo esterno. Dall’altra, dovrà sviluppare curiosità intellettuale, capacità di visione, determinazione ed engagement.
Come spiega Robert Kegan, professore di Harvard: un leader deve superare la resistenza al cambiamento (immunity to change). Solo così potrà mettere in atto uno stile di management adeguato, in particolare nelle exponential organization, cioè quelle che hanno una crescita non lineare.
La nostra esperienza come advisor del mondo delle imprese mostra che oltre l’80% delle aziende italiane medio-grandi valuta le performance professionali dei propri dipendenti. La metà di queste integra poi con formazione e colloqui per il miglioramento individuale. Mentoring e coaching manageriale? Soltanto il 20% delle aziende lo mette in atto. Se misuriamo quanto la business community sia realmente consapevole dell’importanza di sviluppare processi, sistemi e metodi per migliorare l’efficacia dei team, scopriamo che il tema della leadership collettiva è presente a geometria variabile solo nei contesti più evoluti.
Ma un’azienda ha tanto più valore quanto più elevate sono le qualità individuali delle proprie persone e la qualità collettiva dei propri team. L’eccellenza del capitale umano individuale diventa premessa e condizione necessaria per il successo dell’impresa, solo se si sviluppa in una dinamica di team efficiente ed efficace collettivamente.
L’esperienza Maire Tecnimont
Il manager italiano mediamente possiede pensiero laterale e creatività, risponde alle emergenze, è sensibile ai fattori di contesto politico-sociali, ha buona intelligenza sociale e di gestione delle complessità. Per contro, è poco internazionale, ha un debole orientamento al processo, maggiore propensione alla relazione che al task, fatica a delegare pienamente, ha poca cultura di sviluppo delle risorse umane, è debole nella comunicazione. Occorre allora superare la tipica polarità tra creatività/innovazione da un lato e strutturazione/processi dall’altro.
Abbiamo conosciuto il Gruppo Maire Tecnimont nel 2011-12, durante un primo intervento di valorizzazione delle risorse chiave. Allora, il Gruppo era debole sul fronte commerciale e necessitava maggiore presidio degli aspetti economico-finanziari. In un momento in cui occorreva creare l’identità di Gruppo e definire lamissione strategica, la società era schiacciata su una forte operatività nel gestire un’emergenza, che assorbiva ogni energia. In alcune aree si temeva per il futuro del Gruppo. Nonostante questo le competenze tecnico-operative erano solide, diffuse, e il management restava fortemente motivato.
Il Gruppo disponeva di sistemi di Leadership Development eterogenei e di percorsi di sviluppo professionale tipici del settore, con carriere lunghe e verticali, forte passione per i contenuti tecnici e minore attenzione alla dimensione manageriale ed economico/finanziaria globale. L’intero management team era esposto a una maggiore complessità trasversale: scenario tipico di un’azienda cresciuta troppo in fretta e per linee esterne, che richiedeva una ridefinizione dei processi.
Abbiamo raccomandato di guardare al di là delle difficoltà quotidiane, ponendo maggiore attenzione al futuro rispetto a identità di Gruppo, sinergie, dimensione manageriale e corporate governance.
A distanza di 5 anni abbiamo incontrato 31 manager, di cui solo 12 appartenenti al progetto precedente. Grazie a un profondo ricambio manageriale – a partire dalla nomina di Pierroberto Folgiero, Amministratore Delegato Maire Tecnimont – e a un notevole rafforzamento patrimoniale, oggi i risultati sono decisamente migliori, consentendo di prevedere un trend di crescita consistente e continuo.
Esiste ora una grande chiarezza degli obiettivi strategici e specifici del team, anche grazie all’impronta data alla comunicazione aziendale. Il Gruppo sta vivendo un momento favorevole: energia che non va dispersa, ma cementata con una trasformazione di comportamenti, processi e con un maggior senso di corresponsabilità. Evidente il forte orientamento al mercato esterno, con una positiva propensione al nuovo. Sono stati fatti passi avanti anche dal punto di vista dell’efficienza.
Il management team Maire Tecnimont da un lato mantiene i punti di forza tipici del Dna italiano (creatività, innovazione, capacità di relazione); dall’altro ha compiuto passi avanti nella giusta direzione (orientamento e strutturazione dei processi, propensione al task, sviluppo delle risorse umane e della comunicazione). Gli sforzi sono oggi orientati verso ulteriori aree di sviluppo: a riprova della unanime condivisione degli obiettivi prioritari, è stato sottoscritto un “Patto di Team”.
Patto di Team
• Il progetto è al centro. Il Project Manager è il custode della meta comune
• Il Project Manager non è solo: si fa avanti, si prende le sue responsabilità e le funzioni sono con lui
• Le funzioni fanno un passo indietro, mettendosi al servizio del progetto
• Caratteristiche del Project Manager: autorevolezza, competenza, esperienza
• Investiamo nel coinvolgimento e nella crescita delle nostre persone
• Acquisiamo, integriamo e sviluppiamo le competenze per le sfide del futuro
• Abbattiamo le barriere, creando la cultura del confronto e del feedback
• Promuoviamo il cambiamento e consolidiamo le esperienze
• Sporchiamoci le mani per creare valore aggiunto
• Siamo padroni del nostro futuro: riempiamo la nostra pagina bianca
Il Gruppo, consapevole della complessità e della rapida evoluzione dei mercati, ha scelto di mettersi in gioco e di intraprendere un reale percorso di autocritica. Dimostrando così la propria resilienza e capacità di rigenerarsi per mantenere la leadership nei settori di riferimento.